Pubblicato: 13 Giugno 2025

Da molti anni l’ISTAT certifica una diminuzione dei “passeggeri”, alias del numero di spostamenti coi mezzi pubblici a Roma, con un forte punto di minimo negli anni della pandemia. Dal Bilancio ATAC 2024 si desume che non c’è stata ancora una piena ripresa, mentre i dati ACI indicano che a Roma in soli 3 anni, dal 2021 al 2024, le auto private sono aumentate del +6,7%, in un contesto già saturo. Una situazione insostenibile, anzi, un vero dramma per la mobilità di tutti, dai pedoni ai ciclisti, dagli utenti del trasporto pubblico agli stessi automobilisti bloccati dentro ingorghi di lamiere e alla disperata ricerca di un posto dove parcheggiare, qualsiasi, anche in divieto.

Da un’analisi sugli abbonamenti al trasporto pubblico, ovvero sugli utenti abituali e non occasionali, aggregando le varie tipologie (Roma, Lazio, agevolati), si possono notare cose interessanti.

In 15 anni c’è stato un vero e proprio crollo del -60% del numero di abbonamenti mensili.

Il repentino calo nel 2012 e 2013 (solo in parte comprensibile) è dovuto all’aumento delle tariffe dalla fine del mese di maggio 2012: i biglietti BIT passarono da 1,00€ a 1,50€ (e da 75 a 100 minuti di validità), gli abbonamenti mensili da 30€ a 35€ e gli annuali da 230€ a 250€. L’aumento ipotizzato, o meglio sperato, degli incassi era di un +30%, o detto in cifre di +95 Mln€

In realtà le cose andarono diversamente. Spulciando i Bilanci, gli incassi reali da biglietti e abbonamenti aumentarono solo di +33 Mln€ dal 2011 (255,5 Mln€) al 2013 (275,5 Mln€), ci fu uno spostamento degli abbonati mensili verso gli annuali, ed in generale un calo dei passeggeri abituali e della fidelizzazione.

Gli abbonamenti annuali sono andati aumentando, ma non abbastanza da compensare le perdite di quelli mensili. Il record del 2024 (che è comunque solo +1% rispetto al 2019), verosimilmente è dovuto anche all’introduzione dell’abbonamento annuale under-19 con un costo di 50€ a carico dell’utente (e un rimborso a favore di ATAC di 200€ a carico del Comune di Roma). Questo indica anche che le politiche tariffarie possono fare la differenza, in positivo ed in negativo. Il nodo cruciale resta comunque il servizio, in quantità e qualità.

Il prossimo grafico è da prendere con le pinze. Negli anni sono stati introdotti nuovi titoli, ne sono stati tolti altri, determinando variazioni nelle scelte (come visto per il 2012), i prezzi degli abbonamenti regionali sono superiori a quelli urbani validi solo per Roma, e i prezzi sono variati nel tempo. Nel seguente grafico i vari tipi di abbonamento sono tutti mescolati e si è presupposto un prezzo sempre pari a 35€ per i mensili, e 250€ per gli abbonamenti annuali. Il grafico serve solo a visualizzare “a spanne” il livello di fidelizzazione dell’utenza, quindi non gli incassi reali per ATAC, ed escludendo tutti gli altri titoli (biglietti giornalieri, settimanali, etc.)

Come si può vedere, dopo la diminuzione per l’aumento delle tariffe nel 2012, c’è stato un lento recupero, poi nel 2020 un crollo per la pandemia, a cui è seguito un recupero solo parziale. Inoltre il dato sembra stabilizzarsi nel 2024, ed il bilancio ATAC appena in utile (0,96 Mln€) fa purtroppo presupporre che non ci potranno essere grandi miglioramenti nel breve termine, nonostante l’anno giubilare e il sensibile surplus di afflusso turistico. Finita la festa insomma, Roma rimarrà con un sistema mobilità inadeguato, e un trasporto pubblico poco appetibile e quindi poco utilizzato dai cittadini.

C’è ancora molto da fare, e non si può più prescindere da un percorso realmente partecipativo e un dialogo costruttivo tra l’Amministrazione comunale e i cittadini, le Associazioni, i Comitati.

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