Perché è giusto che il servizio di trasporto pubblico sia messo a gara

L’AGCM (Agenzia Garante Concorrenza e Mercato, conosciuta anche come Antitrust) nell’adunanza del 10 gennaio ha deliberato di proporre ricorso al TAR contro le delibere di Roma Capitale relative all’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico locale non periferico per le annualità 2024-2027.

In altre parole, l’Antitrust ha ritenuto insufficienti le motivazioni per affidare ad ATAC il servizio di trasporto pubblico senza che l’Azienda si confrontasse con altre società in una gara di appalto.

Un paio di premesse.

L’Antitrust parla di trasporto pubblico non periferico. Quello periferico, infatti, già è svolto in parte da Roma TPL mentre dal 21/1/24 stanno entrando gradualmente in servizio due Raggruppamenti Temporanei d’Impresa (RTI) aggiudicatisi un bando per gestire 100 linee nei settori est ed ovest della Capitale. Le riserve sul servizio svolto da Roma TPL e su almeno una Società capogruppo sono pesanti. Si legga in proposito l’ottimo articolo di Mercurio Viaggiatore su Diarioromano.

ATAC è una Società per Azioni il cui socio unico è il Comune di Roma. Quindi si tratta di un’Azienda partecipata, al 100% in mano pubblica. Nel 2018 ATAC è stata costretta a portare i libri in tribunale. L’Azienda, sostanzialmente fallita, si è salvata grazie al concordato fallimentare (di cui ha ampiamente dato conto Diarioromano), del quale nel 2022 avrebbe raggiunto tutti gli obbiettivi. Nonostante le attestazioni favorevoli all’Azienda, alcune opacità nella procedura hanno spinto centinaia di cittadini a rivolgere al Parlamento Italiano e al Parlamento Europeo una petizione per chiedere l’istituzione di una Commissione indipendente (link). Il Parlamento Europeo ha dichiarato ammissibile la petizione, pur non riscontrando la necessità di istituire la Commissione come richiesto.

Cosa dice il provvedimento dell’Antitrust

Con il suo provvedimento l’Antitrust ha confermato in modo autorevole l’impianto generale della petizione dei Cittadini nonché i rilievi mossi da diversi Utenti del trasporto pubblico e da Diarioromano riguardo alla gestione ATAC.

Infatti la decisione di ricorrere al Tribunale si fonda sul parere dell’Agenzia  – disatteso da Roma Capitale – deliberato il 31/10/23 che chiedeva in definitiva di selezionare gli esercenti del trasporto pubblico attraverso una gara anche con la suddivisione in vari lotti dell’intero servizio. Seguendo il link si può leggere nell’estratto del bollettino n. 4 del 29/1/24.

Sinteticamente ripropongo i tre principali elementi oggetto delle contestazioni dell’Antitrust.

1. L’affidamento in house ad ATAC non comporta necessariamente facilitazioni nella gestione

Roma Capitale sostiene che la gestione in house (cioè senza gara attraverso la Società da lei posseduta) consente più facilmente di collaborare con l’Azienda e di raggiungere obiettivi anche non economici. L’Antitrust ritiene tale argomentazione fallace e non idonea a giustificare l’affidamento. Se fosse vera, infatti, dovrebbe essere la norma, invece è l’eccezione. Inoltre Roma Capitale non dimostra che l’Azienda rispetti i parametri tecnici, economico-finanziari e qualitativi previsti dalla legge.

2. Non è dimostrato che il servizio migliorerà perché i mezzi sono più nuovi o perché ci sono più fondi da spendere

Roma Capitale sostiene che ATAC migliorerà in modo significativo l’offerta del servizio dal punto di vista quantitativo e qualitativo grazie al rinnovo del parco mezzi e ai finanziamenti PNRR e Giubileo in arrivo. L’Antitrust ribatte che Roma Capitale non ha fornito nessun dato per corroborare la sua affermazione. I dati ricavati dalle precedenti gestioni tendono invece a dimostrare l’incapacità del gestore di migliorare il servizio. Degno di nota è il riferimento alla qualità del servizio percepita dagli Utenti, che non raggiunge mai la sufficienza nel corso degli ultimi 4 anni.

3. I vantaggi e i risparmi attesi non sono venuti in passato e non è certo che lo siano in futuro

Roma Capitale sostiene che l’affidamento in house apporta un sensibile risparmio economico. L’Antitrust replica che il modello di gestione adottato fino ad oggi non risulta sia stato in grado di generare vantaggi o risparmi. Inoltre Roma Capitale non fornisce evidenze a supporto delle sue stime, che rimangono una mera dichiarazione d’intenti. Muove quindi un rilievo di base: l’Amministrazione ha disatteso una compiuta valutazione dell’andamento complessivo della gestione ATAC, ignorando il diffuso senso di insoddisfazione e di sfiducia della cittadinanza nei confronti dell’Azienda.

L’Amministrazione sorda alle critiche costruttive

Più che una bocciatura di ATAC, il parere reso dall’Autorità appare una critica costruttiva dell’Amministrazione, che però si è dimostrata sorda finendo così per esporsi al confronto in Tribunale. TUTraP-APS ha già espresso ampie riserve sul modo in cui Roma Capitale ha affrontato il nodo della comunicazione riguardo al tema del trasporto pubblico (per esempio qui). AGCM certifica di fatto che l’Amministrazione difetta gravemente di senso della realtà, ignorando i dati della gestione e il sentiment degli Utenti per rifugiarsi nel mondo patinato delle buone intenzioni e dei sognatori.

Il principio che dovrebbe invece illuminare ogni corretta gestione del tema del trasporto pubblico è che esso ha una sola mission: far muovere le persone, e quanto esse hanno al seguito, dal punto di partenza al punto di arrivo in modo efficiente, puntuale, confortevole, vantaggioso in termini economici e di tempo, soddisfacente.

Tutto il sistema che ruota attorno al trasporto pubblico (Istituzioni e Aziende), dovrebbe essere consapevole che esso esiste per tale unica ragione. E se non consegue l’obiettivo della sua mission, o lo consegue anche solo parzialmente, è in definitiva un sistema fallito.

TUTraP-APS dalla parte degli Utenti approva AGCM

TUTraP-APS esprime apprezzamento per il lavoro svolto da AGCM nel parere reso a Roma Capitale riguardo all’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico. L’auspicio è che i rilievi mossi siano accolti anche nelle sedi competenti. Soprattutto che l’Amministrazione di Roma Capitale riesca a far proprie le critiche costruttive che provengono da diverse fonti, istituzionali e associative, al fine di migliorare il servizio pubblico.

Considerando con favore le conclusioni a cui giunge AGCM, rinnovo l’impegno mio personale e dell’Associazione che rappresento a offrire ogni contributo possibile per la tutela degli Utenti e chiedo a Roma Capitale di riesaminare i suoi provvedimenti di affidamento in house del trasporto pubblico, mettendo a gara il servizio.

Ugo Quinzi

0