Il MaaS rappresenta un nuovo modo di fare mobilità, una rivoluzione del mondo della mobilità”. Così l’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, durante l’incontro avvenuto il 23 ottobre nella sede del Dipartimento della Mobilità con una delegazione di TUTraP-APS e la presenza di Luca Avarello, Direttore Generale di Roma Servizi Mobilità, insieme a una delegazione della società.

L’incontro era stato richiesto dal Presidente di TUTraP-APS, Ugo Quinzi, per alcuni chiarimenti in merito alla sperimentazione MaaS di Roma Capitale. Infatti uno Studio condotto dall’Associazione, come monitoraggio preliminare della sperimentazione, aveva messo in rilievo diverse criticità, che sono state portate all’attenzione dei responsabili. Solo per citarne alcune, tra le più importanti: il numero di sperimentatori, difforme dal progetto e dagli annunci e le opacità circa la modalità di selezione; l’assenza del Comitato di Governance e quindi delle Associazioni previste dal progetto, nonché del Comitato Tecnico-Scientifico; alcune problematiche relative al trattamento dei dati personali.

 

L’Assessore: stiamo facendo una sorta di sondaggio

Secondo l’Assessore Patanè “la sperimentazione è non solo fondamentale, ma è il luogo delle criticità. Se non ci sono criticità nella sperimentazione non saprei dove possono essere”. A suo avviso il fatto che invece dei 10.500 sperimentatori annunciati forse a fine sperimentazione non si arriverà nemmeno a 1.500 “non è colpa del Comune, è colpa di tutta una serie di questioni tra cui la difficoltà ad iscriversi perché occorrono una serie di requisiti e una lunga trafila per poterlo fare”. Tali difficoltà – ha spiegato Patané – non dipendono da Roma Capitale ma da alcuni requisiti richiesti dalle normative nazionali. Tuttavia l’Assessore è convinto che “1.500 utenti siano un numero abbastanza forte, se si considerano i sondaggi che di solito si fanno su 400, 500, 600 persone. Oggi – ha proseguito – stiamo facendo una sorta di sondaggio su 1.500 persone. E abbiamo un numero maggiore di sperimentatori” rispetto agli altri Comuni dove è in corso la sperimentazione.

 

Il Direttore Generale: TUTraP-APS ci ha aiutato a fare un check

Il Direttore Generale di Roma Servizi Mobilità ha premesso che lo Studio dell’Associazione “sembrava così attento” nella sua analisi che non poteva essere considerato “una delle tante istanze che arrivano sui tavoli di Roma Capitale e di Roma Servizi” in quanto presenta osservazioni “sostanzialmente solide”. “Se qualcuno ci fa le pulci – ha continuato – serve anche a noi per fare un check”. Il Direttore Avarello, in attesa di riscontrare lo Studio con la puntuale disamina fatta dalla società, ha voluto soffermarsi su alcuni aspetti. Il primo riguarda il ruolo dell’Università Roma Tre: il Direttore ha precisato che “il professor Cipriani [docente dell’Università degli Studi Roma Tre, NdA], che è il referente del tavolo CT, è in possesso di tutta la documentazione prodotta dal tavolo, accede tranquillamente alla cartella Google Drive protetta da password, dove sono inviate le risposte ai questionari”. A differenza di quello che dichiara Roma Tre, un accordo di collaborazione per il MaaS tra Roma Tre e Roma Servizi Mobilità è stato sottoscritto il 13 dicembre 2021. E ciò vale anche per gli altri attori citati nello Studio, i quali a dire del Direttore sono tutti sottoscrittori di accordi.

Per quanto riguarda il Comitato di Governance, il Direttore ha affermato che è riconducibile al tavolo del Dipartimento Trasformazione Digitale, dove mensilmente si incontrano i rappresentanti delle tre città oggetto del finanziamento.

Il tema della privacy, ha sostenuto poi il Direttore Avarello, è un perimetro su cui non sono ammissibili errori. Il Titolare del trattamento dati è Roma Capitale, ma “non dobbiamo dimenticare quale è stato l’approccio del Governo nella persona dell’estensore del progetto MaaS4Italy”. Avarello ha ripercorso la storia del MaaS ricordando che l’approccio iniziale di Roma Capitale era quello di realizzare un MaaS di città, al massimo in logica regionale, sviluppando un’app non marchiata per essere riproposta ai vari attori. La proposta MaaS4Italy ha pesantemente stravolto tale approccio, trasformando il tema MaaS in un sistema Paese: mentre l’amministrazione centrale si sarebbe occupata di realizzare il DS&SRF (Data Sharing and Service Repository Facilities [scambio di dati e strutture di archivio dei servizi] NdA), le città si sarebbero occupate di far nascere il mercato dei MaaS Operator. Continua il Direttore Generale: “Questa cosa ha obbligato le amministrazioni a piegare di 90 gradi il nostro progetto, modificando alcune scelte tecnologiche iniziali e noi, per indicazione dell’Amministrazione locale, dell’Assessore in particolar modo, ci siamo totalmente allineati al pensiero del Governo”. Pertanto, in sostanza, la frammentazione della titolarità dei dati della sperimentazione MaaS sembrerebbe impossibile da superare.

Per quanto riguarda il Comitato di Governance, il Direttore ha affermato che è riconducibile al tavolo del Dipartimento Trasformazione Digitale, dove mensilmente si incontrano i rappresentanti delle tre città oggetto del finanziamento.

 

Il MaaS, un gigante dai piedi di argilla

Il tema interessante è in che modo, secondo le parole del Direttore Avarello, si sia proceduto con la sperimentazione. Essendo incompiuta la rivoluzione della centralizzazione del DS&SRF e dovendo partire la sperimentazione, il Governo avrebbe spinto le città ad iniziare comunque con un invito: “Surroga con i tuoi strumenti tutto ciò che oggi il DS&SRF non è in grado di garantire e quindi parti con il vecchio approccio di avere un MaaS di città” da far confluire al momento opportuno dentro il più grosso contenitore del MaaS sistema Paese.

Nel mettere in luce le difficoltà dei MaaS Operator a partecipare alla sperimentazione senza certezze per il dopo, il Direttore Avarello ha usato una metafora: “Oggi noi abbiamo un gigante dai piedi di argilla e i piedi di argilla sono dati dall’assenza di DS&SRF, perché tutto questo modello per scelta che noi abbiamo condiviso da parte del Governo è basato sulla solidità delle informazioni e dello scambio dati del DS&SRF. Oggi questo non c’è… Ed è evidente che questa fragilità si vede, perché gli stessi MaaS Operator fanno fatica a sviluppare” i loro servizi. Ha quindi concluso esprimendo una preoccupazione: “Mi preoccupa la solidità del sistema, se e quando da parte del Governo arriverà una risposta vera sul DS&SRF”. Indipendentemente dalle decisioni centrali, tuttavia, la posizione di Roma Capitale è che il MaaS diventi strutturale.

Dubbi circa le criticità dei dati a disposizione, soprattutto nella previsione di un MaaS a livello locale, sono stati sollevati dal Vicepresidente TUTraP-APS, Fabio Rosati. Il Vicepresidente ha citato sia il caso dei dati non affidabili diffusi da alcuni operatori, sia il caso degli AVM (Automatic Vehicle Monitoring) che non funzionano in modo appropriato. Il MaaS, infatti, si regge sull’affidabilità dei dati e sulla loro condivisione in tempo reale. Venendo a mancare queste due condizioni si crea una situazione di insostenibilità.

 

Alle Associazioni deve essere riconosciuto un ruolo di collaborazione

L’incontro è terminato senza darsi nuovi appuntamenti. “Io mi dichiaro incapace a poter rispondere a tutti i cittadini romani, sicuramente a tutte le associazioni”, ha concluso l’Assessore, lamentando il fatto che l’elevato numero di Associazioni, a volte composte di sole tre persone, sia una criticità per lui e per l’Amministrazione: “Discutere singolarmente con diecimila associazioni che ci pongono giuste criticità, giusti tipi di problemi, giusti tipi di osservazioni e anche proposte molto interessanti da seguire, per noi è impossibile”.

Rispondendo all’Assessore Patanè, che “all’interno del giusto rapporto di partecipazione” auspicava di trovare un metodo, il Presidente Quinzi ha ribattuto che il metodo già esiste, se lo è dato Roma Capitale esattamente con il Regolamento approvato nello scorso mese di luglio per regolare i rapporti tra l’Amministrazione e gli Enti del Terzo Settore, individuati come partner di coprogrammazione e di coprogettazione secondo i termini di legge. In questa prospettiva ha offerto la massima disponibilità dell’Associazione di Promozione Sociale TUTraP a lavorare insieme per trovare soluzioni a beneficio degli Utenti del trasporto pubblico. Tale posizione è stata ribadita dal Tesoriere Tomassi, il quale ha una lunga esperienza di associazionismo e ha tenuto a precisare che è necessario che la Pubblica Amministrazione riservi attenzione a quelle Associazioni che “hanno fatto uno sforzo in più, diventare Ente del Terzo Settore non è banale, significa che c’è un impegno particolare”.

 

Necessità di maggiore trasparenza e accountability da parte delle Istituzioni per una partecipazione responsabile degli Utenti

Dalle parole, quindi, dell’Assessore Patanè e del Direttore Avarello si evince che gli sforzi di Roma Capitale per rispettare il progetto presentato per partecipare al bando del finanziamento della sperimentazione MaaS sono stati frustrati essenzialmente dalle modifiche in corso d’opera da parte del Dipartimento Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio. È appena il caso di osservare, in proposito, che l’assenza di informazioni al pubblico circa le modifiche del progetto incide negativamente sul giudizio relativo alla accountability generale delle istituzioni coinvolte, sia a livello centrale che a livello periferico, le quali non sembra abbiano dato pronta e trasparente comunicazione dello svolgimento del procedimento. Ma in relazione alla fragilità della sperimentazione (“un gigante dai piedi di argilla”) messa in evidenza dalle stesse parole del Direttore Avarello, l’Associazione si riserva ancora di non incoraggiare i suoi Soci e gli Utenti del trasporto pubblico a partecipare ad una iniziativa che non solo al presente avanza faticosamente, ma che persino al futuro appare incerta nello stesso interesse dei MaaS Operator.

L’esigenza di una maggiore trasparenza stimola l’impegno di TUTraP-APS a proseguire nel monitoraggio della sperimentazione MaaS.

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